Italian Position Paper on International Law and Cyberspace

Inviata alle Nazioni Unite la posizione dell’Italia su applicabilità del diritto internazionale allo spazio cibernetico: contributo a dibattito multilaterale per stabilità e sicurezza internazionali.
Il documento di posizione italiana sull’applicabilità del diritto internazionale allo spazio cibernetico è stato redatto su iniziativa del Ministero degli Affari Esteri insieme alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e al Ministero della Difesa. Il testo tocca temi quali la sovranità, la responsabilità degli Stati, l’uso della forza, il non intervento, solo per citarne alcuni.
Con questa iniziativa, l’Italia si colloca tra i Paesi che hanno fatto conoscere la loro posizione sul tema, rispondendo a raccomandazioni rivolte in tal senso dalle Nazioni Unite, da ultimo con il rapporto finale dell’Open Ended Working Group della Prima Commissione dell’Assemblea Generale dell’ONU che ha riunito la membership ONU dal 2019 al 2021 per discutere degli sviluppi delle tecnologie dell’informazione nel contesto della sicurezza internazionale, oltre che con l’ultimo rapporto del GGE (Group of Governmental Experts) che sta per essere considerato dall’Assemblea Generale. Il testo è stato appena trasmesso all’UNODA (United Nations Office for Disarmament Affairs) e viene pubblicato sui siti istituzionali delle Amministrazioni che lo hanno curato.
L’impegno italiano per il multilateralismo è uno dei tratti che, da sempre, definiscono la nostra politica estera; per questo il nostro contributo al dibattito in corso a livello internazionale non poteva mancare, in una fase storica che vede tutti i Paesi interessati dall’aumento delle minacce cibernetiche, ma anche dalle opportunità che scaturiscono dalla creazione dello spazio cibernetico e delle nuove tecnologie digitali.
In ogni fase di grande trasformazione, la diplomazia e il diritto internazionale hanno cercato di dare forma e riferimenti alle relazioni fra gli Stati, nel tentativo di comporre pacificamente i loro interessi, spesso diversi. Più grande la trasformazione, più grande la necessità di trovare punti di incontro e regole condivise. Questo è indubbiamente il caso delle nuove tecnologie e della necessità di riaffermare la piena applicabilità del diritto internazionale, a partire dalla Carta delle Nazioni Unite, allo spazio cibernetico, come da ultimo stabilito anche dai rapporti finali di rispettivamente, OEWG e GGE.
Il diritto internazionale, cristallizzatosi nel corso dei secoli ben prima della creazione dell’ambiente digitale, lungi dall’essere superato da questa, ne costituisce la necessaria ossatura: sarebbe quanto meno contraddittorio che i principi e le regole – che hanno disciplinato i rapporti fra gli Stati per secoli – possano non applicarsi agli stessi rapporti, quando avvengono in altro ambiente. Così, per esempio, i principi che regolano la soluzione pacifica delle controversie internazionali o gli obblighi in materia di rispetto dei diritti umani non possono e non devono venire meno solo perché uno Stato agisce online, invece che nell’ambiente analogico dove essi sono stati riconosciuti da tempo, come già acquisiti dallo ius gentium.
In merito al documento di posizione nazionale, si evidenzia come al suo interno sono stati espressi dei pareri, non esaustivi, su una serie di differenti questioni riguardanti l’applicazione del Diritto Internazionale allo spazio cibernetico. In particolare, sono stati trattati i seguenti temi:
– la tutela della sovranità nello spazio cibernetico e le violazioni del principio di non intervento;
– l’applicazione della responsabilità internazionale degli Stati alle attività svolte nel dominio in questione;
– l’applicazione del Diritto internazionale Umanitario nel dominio cibernetico;
– il ruolo degli stakeholders privati;
– la cooperazione internazionale nello spazio cibernetico.
Non sfuggirà l’importanza di questo dibattito, per la situazione presente, ma soprattutto per un futuro fatto di sviluppi dirompenti delle tecnologie digitali, al punto che dobbiamo già cominciare ad immaginare un mondo dove non solo soggetti tradizionali interagiscono tra di loro, ma dove sistemi composti da milioni di oggetti saranno connessi e dialogheranno fra di loro, come prefigurano l’Internet of Things o il 6G.
L’Italia ha dunque deciso di fornire il proprio contributo al dibattito in corso, con lo spirito di sostegno al multilateralismo che caratterizza la nostra azione internazionale e, al tempo stesso, con l’orgoglio della propria tradizione giuridica millenaria: difficile immaginarne una migliore rivitalizzazione che questa sua applicazione in un contesto certamente inimmaginabile per i nostri illustri predecessori.
Infine, ma non ultimo per importanza, questo documento costituisce un contributo importante per i nostri partners e alleati anche nelle altre organizzazioni di cui siamo parte, a cominciare da UE e NATO, ai quali ci lega non solo l’amicizia e la solidità dei rapporti, ma anche il senso di responsabilità di contribuire agli sforzi collettivi per la realizzazione dei nostri obiettivi comuni. I capitoli dedicati al diritto internazionale umanitario, lungi dal costituire un incoraggiamento a conflitti armati (nel paper si ribadisce, infatti, il divieto dell’uso della forza, anche nell’ambiente cibernetico), costituiscono esattamente il contrario e hanno l’obiettivo di replicare nello spazio cibernetico, le tutele e le limitazioni che sono state faticosamente individuate nel corso dei secoli.
Infine, l’auspicio è anche di stimolare riflessioni e dibattiti sul piano interno, in particolare in ambito giuridico e accademico, così da continuare una discussione che, certamente, non si esaurirà con questo documento ma dovrà per forza di cose arricchirsi di nuovi contenuti man mano che gli sviluppi porranno nuove sfide.
Per consultare il documento:
Italian Position Paper on International Law and Cyberspace
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