Intelligence, qualità sempre maggiore grazie alle università

22 Settembre 2017

Intervento del Direttore generale del DIS, Alessandro Pansa, in occasione della premiazione dei vincitori della seconda edizione di “Una tesi per la sicurezza nazionale” – Roma, 21 settembre 2017

Per gli studenti universitari che hanno aderito con entusiasmo a questo Premio, e per la comunità intelligence, nei cui intenti il progetto della “Tesi per la sicurezza nazionale” è un tassello significativo di un mosaico ben più ampio. Questa non è una semplice occasione di auto-promozione, e non è un’attività alla quale ci siamo dedicati “nei ritagli di tempo”. È, al contrario, parte importante di una strategia assai vasta di rapporti col mondo dell’Università e della ricerca, che a sua volta riveste un ruolo assolutamente centrale per l’intelligence del terzo millennio” che siamo impegnati a costruire e rafforzare giorno per giorno.

Al culmine della sua seconda edizione, ed agli albori della terza che siamo decisi a promuovere con convinzione, il Premio che conferiamo oggi può essere oggetto di un primo bilancio, in relazione al suo significato ed alla sua utilità. È naturale che tale consuntivo si inserisca nel contesto di una valutazione complessiva su quanto è stato fatto nei dieci anni che ci separano dal varo della Legge di riforma degli Organismi informativi. Al riguardo, il Presidente del Consiglio, in coincidenza con la giornata dell’anniversario, ha voluto onorarci con un suo messaggio personale, nel quale ha, fra l’altro, ricordato i quattro pilastri sui quali, nella volontà del Legislatore di allora, dovevano da quel momento in poi reggersi i “Servizi Segreti”: efficienza, legalità, trasparenza, responsabilità. Verrebbe spontaneo ricondurre l’idea di un Premio a selezionate tesi di laurea solamente al terzo dei vettori di innovazione che con spirito bipartisan ispirarono il Parlamento, cioè alla politica di apertura e conoscibilità che si è potuta avviare grazie alla Legge 124. Il riconoscimento che tributiamo oggi ai sei studenti valorosi che siamo felici di accogliere in questa Sala a ben vedere è eloquente di come il terzo ed il quarto pilastro, “trasparenza” e “responsabilità”, si siano rilevati, nel volgere del decennio, sempre più legati tra loro, l’uno funzione dell’altro, come direbbero i matematici.

Le tre aree tematiche in cui è stata suddivisa la disamina degli elaborati, sicurezza cibernetica, intelligence economica, e scenari internazionali, non è infatti casuale. Risponde, evidentemente, ad una cognizione chiara dell’attuale panorama della minaccia, ed alla contestuale consapevolezza che solo attraverso una capacità di lettura profonda ed anticipatrice dei segnali di cambiamento e di discontinuità è possibile conseguire e mantenere un vantaggio strategico rispetto al novero degli attori ostili.

Il Presidente Gentiloni si è riferito, il 3 agosto scorso, ad una scommessa vinta, evocando, a riprova dei successi conseguiti, il capitale di fiducia senza precedenti che i Servizi Segreti si sono guadagnati presso l’opinione pubblica. Ma se è stato possibile, per l’intelligence, conquistare il credito dei cittadini, lo si deve al fatto che è stata riconfigurata come un Sistema, è stata chiamata a lavorare anche per sostenere gli sforzi del Paese nella competizione economica globale, e ha reso conoscibile il suo operato promuovendo una cultura della sicurezza partecipata. Se oggi tutto questo appare scontato, lo si deve in buona parte proprio alla capacità del Comparto di adeguarsi ai tempi nel perimetro di un ordinamento rigoroso ed insieme innovativo.

Adesso la vera sfida è potenziare questa capacità, per adeguarla ad un’asticella che la stessa intelligence ha contribuito ad alzare in forza della rivoluzione delle aspettative crescenti sul suo ruolo e sul suo operato che ha frattanto ingenerato, vuoi presso il decisore politico, vuoi presso strati sempre più ampi dell’opinione pubblica. La trasparenza si è rivelata virtuosa anche nel caricarci di responsabilità più gravose, fra tutte quella di continuare ad essere visionari ed a trovarci “un passo avanti” rispetto alla minaccia.

Oggi siamo qui esattamente perché ne siamo ben coscienti. Compiutosi, nell’arco di un decennio, un percorso di cambiamento culminato nella nuova architettura nazionale cyber varata a marzo, l’intelligence saprà essere all’altezza delle attese se continuerà ad essere umile nel guardare al già fatto, rigorosa in quel che fa, seria nel pensarsi in ciò che dovrà essere domani. In una parola, ci vorrà sempre più qualità, che dovrà accomunare le preziose professionalità provenienti dai bacini di reclutamento tradizionali ai giovani talenti di nuova assunzione, le prime portatrici di valori e di esperienza, i secondi di consuetudine con l’inedita complessità del mondo. E la qualità è, per l’appunto, la cifra autentica di questo Premio alle “tesi per la sicurezza nazionale”.

Ho ribadito spesso che l’Università è un partner strategico dell’intelligence, sia per la conoscenza che per il reclutamento. Ci aiuta a leggere la realtà ed a decifrarne le implicazioni per la promozione e la tutela degli interessi nazionali, con un arricchimento vicendevole di saperi e di capacità. Parimenti, ci consente di fare affidamento su giovani preparati, in possesso di competenze specifiche ed altamente specialistiche, entusiasti e motivati, suscettibili di fornire alla comunità intelligence un apporto di innovazione e di abilità.

Ai sei vincitori le mie parole di commiato. I complimenti sono tanto ovvi quanto calorosi, e sono ansioso di ascoltare l’illustrazione delle vostre tesi. A questo proposito vorrei che, al termine della cerimonia, ci salutassimo con una promessa reciproca. Da parte nostra, vi assicuro che i contenuti degli elaborati costituiranno un arricchimento effettivo delle strutture di Comparto competenti per la varie materie. Siete il volto migliore del nostro capitale di credibilità, e credo che non abbiate dubbi sulla nostra serietà e sulla concretezza dei nostri intenti, ma sono felice di sottolinearli. Non sarete un lustrino, bensì un esempio, fecondo e d’alto profilo, di sicurezza partecipata, in quanto latori di un contributo davvero importante ai temi oggetto del nostro lavoro. La promessa nella quale vi chiedo di impegnarvi è questa: quale che sia in futuro il vostro percorso professionale, e vi auguro ogni successo, ricordateci soprattutto per la nostra severità nel giudicarvi. Sarà motivo di orgoglio per voi, ma sarà anche motivo di soddisfazione per noi: credetemi, per un servitore dello Stato non vi è successo più grande che quello di essere ricordato come una persona seria.

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Categoria: Archivio notizie

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