Eurispes, c’è bisogno di Intelligence. E la fiducia sale al 64%
Gli italiani apprezzano sempre di più la nostra intelligence. Ben più di sei cittadini su dieci si esprimono in tal senso, portando il tasso di fiducia nel Comparto al 64% (era al 62% nella rilevazione del 2015). Lo dice il 28° Rapporto Italia dell’Eurispes, sottolineando la nuova percezione degli italiani «per il lavoro degli uomini e delle donne dell’intelligence nazionale».
«Con la legge 124/2007 – fa notare il Rapporto Italia – la nostra Intelligence si è rinnovata. In questi anni, anche grazie all’applicazione della riforma, l’Intelligence è uscita dal cono d’ombra, si è fatta conoscere, anche promuovendo iniziative sul territorio nazionale, per il lavoro fondamentale che mette in campo per la protezione dell’Italia, dei suoi cittadini e degli assets strategici del sistema Paese. Il Comparto Intelligence si propone oggi come un laboratorio che contribuisce a una nuova filosofia civile del nostro Paese e promuove una nuova cultura della sicurezza».
«L’Intelligence – prosegue l’analisi dell’Istituto di ricerca– svolge un ruolo fondamentale e imprescindibile per il quale si serve di professionalità provenienti da ambienti diversi che agiscono secondo peculiari procedure volte a salvaguardare la riservatezza degli operatori e delle loro attività. Nel nostro Paese tale compito, con la riforma, è stato affidato al Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza (DIS), il cui Direttore generale è nominato direttamente dal Presidente del Consiglio dei ministri, e alle due agenzie operative che si occupano delle dimensioni – quella interna (AISI) e quella esterna (AISE) – della sicurezza nazionale. Un ruolo fondamentale di raccordo tra Presidente del Consiglio e Dis è poi svolto dall’Autorità delegata individuata nella figura di un sottosegretario o di un ministro senza portafoglio. Gli organismi informativi per la sicurezza sono chiamati a garantire l’indipendenza della Repubblica, la salvaguardia delle Istituzioni democratiche, la protezione degli interessi politici, economici, industriali, militari e scientifici e la sicurezza cibernetica».
Dunque, rimarca Eurispes, «la nuova apertura dell’Intelligence alla società civile si è evidentemente tradotta anche in un cambiamento di immagine presso l’opinione pubblica.
Già nella rilevazione effettuata nel 2015 emergeva con chiarezza il largo consenso raccolto presso i cittadini, che si dichiaravano fiduciosi nel 62% dei casi. Un ulteriore passo in avanti è stato registrato quest’anno con il 64% della fiducia accordata. Ancora più evidente l’inversione di tendenza maturata negli ultimi anni se ad essere presi in considerazione sono i risultati delle precedenti indagini. Il tasso di consenso si fermava nel 2012 al di sotto della metà del campione intervistato (40,6%), l’anno successivo, nel 2013, iniziava già a muoversi tendenzialmente verso l’alto (45,3%)».
Quanto all’età degli intervistati, il grado di consenso si distribuisce in maniera complessivamente uniforme: il 60,6% tra i giovanissimi, il 62,5% tra i 25-34enni, il 62,6% tra i 35-44enni, il 63,5% tra i 45-64enni e il dato più alto registrato tra gli ultrasessantacinquenni 67,7%. Mentre a riservare qualche sorpresa è lo scorporo in base al genere: sono le donne più degli uomini ad accordare la propria fiducia alla nostra Intelligence (64,1% vs 63,8%).
Il livello di istruzione raggiunto mostra un picco di fiducia tra quanti hanno un titolo di studio più basso (75%), seguiti da coloro che sono laureati o hanno conseguito un master (67,3%).
Infine, l’area politica segna il maggior numero di consensi tra chi si riconosce con lo schieramento di centro-destra (78,8%) e di destra (72%), seguiti dal centro-sinistra (70,9%).
Grado di fiducia nell’Intelligence
Anno 2016
Valori percentuali
Fiducia nell’intelligence | 2015 | 2016 |
---|---|---|
Fiduciosi | 62,0 | 64,0 |
Non fiduciosi | 38,0 | 36,0 |
Fonte: Eurispes.
Estratto Rapporto Italia 2016 Eurispes (226 kB) pubblicato da Minerva Edizioni
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