CONTROSPIONAGGIO
Attività difensiva volta a prevenire, rilevare, contenere e contrastare le azioni di spionaggio condotte da agenzie intelligence straniere nonché da individui od organizzazioni operanti in modo autonomo ovvero in collegamento con servizi di informazione esteri.
A seconda dei casi, si traduce in iniziative: - tese a creare un’adeguata cornice di sicurezza attorno agli obiettivi oggetto di aggressione spionistica; - miranti al reclutamento del soggetto che conduce attività di spionaggio; - repressive, con le quali si interrompe l’attività spionistica attraverso l’adozione di misure di natura diplomatica (tipica, in questo contesto, è la dichiarazione di una spia accreditata presso una rappresentanza diplomatica estera come “persona non grata” - PNG), amministrativa (rifiuto/revoca del visto) o giudiziaria (arresto); - disinformative, mediante le quali l’apparato di controspionaggio sfrutta a proprio vantaggio la spia avversaria consentendole di acquisire, eventualmente grazie alla collaborazione di una fonte confidenziale, notizie false o artatamente distorte.
Il reclutamento di spie avversarie e le manovre disinformative costituiscono uno dei tratti tipici del controspionaggio (in gergo spesso indicato con il solo acronimo, CS), che si caratterizza proprio poiché l’azione di contenimento/contrasto della minaccia mira, ove possibile, a trasformare in opportunità una condotta lesiva per la sicurezza nazionale, sfruttando a proprio vantaggio una rete spionistica avversaria. È una delle componenti della counterintelligence.
Nell’ambito del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, l’attività è svolta dall’Agenzia informazioni e sicurezza interna in territorio nazionale e dall’Agenzia informazioni e sicurezza esterna all’estero.